Uno dei dubbi più comuni rispetto alle scelte montessoriane è sicuramente rivolto all’uso del corsivo già alla scuola dell’infanzia.
Perché Maria Montessori avrebbe scelto il corsivo come la grafia prediletta dal suo metodo?
Partiamo dal contesto. Nei primi anni del novecento la bella calligrafia rappresentava un obiettivo importantissimo per la scuola: Non solo il bambino doveva imparare a scrivere, era necessario un lunghissimo esercizio per raggiungere un tratto regolare e leggibilissimo! Anche per gli insegnanti in formazione non mancavano noiose pagine da trascrivere per migliorare il tratto e renderlo il più possibile vicino ai canoni estetici dell’epoca. Durante il periodo fascista le lezioni di calligrafia vennero escluse dai programmi delle magistrali anche se i maestri continuavano a curare moltissimo questo aspetto.
Inizialmente Montessori si prestò a realizzare quelle che oggi potremmo definire attività di “pregrafismo”: per i suoi bambini con oligofrenia (lo sapevi che in seguito alla laurea in medicina lavorò con bambini con ritardi cognitivi?) preparò casette, forme geometriche paesaggi e oggetti da colorare i quali si rivelarono utilissimi nel processo di preparazione della mano alla scrittura.
Quando aprì la Casa Dei Bambini, ed ebbe a che fare anche con fanciulli più piccoli di quelli con cui aveva lavorato in precedenza, si accorse che l’interesse verso tali attività grafiche era pressoché nullo; questi bambini prediligevano altri lavori come spazzare, lavare i piatti, pulire i vetri, apparecchiare.
In effetti, tutte queste proposte potrebbero sembra inutili ai fini della scrittura ma Montessori si accorse del contrario.
Il fatto che la vita pratica non fosse un lavoro imposto ma scelto dai fanciulli, permise a Montessori di lavorare insieme ai bambini (che chiaramente avevano un fortissimo interesse a svolgere quel compito) sui movimenti necessari, cosicché, senza che i piccoli se ne accorgessero, si trasformarono in veri e propri esercizi di motricità fine.
Ad ogni attività venne associata una sequenza di movimenti lineari e precisi che conferiscono nuove abilità alla mano. Ecco che la scrittura divenne un vero e proprio processo che non si esauriva in pagine e pagine di trascrizioni.
Ma tutte quelle mani impegnate in attività domestiche a cosa si esercitavano?
A movimenti sinuosi, delicati ma efficaci. A movimenti precisi, fermi e lineari. Competenze con cui l’essere umano si imbatte proprio nei primi anni di vita.
Tutto questo rappresenta ciò che serve per poter scrivere in corsivo e assumere un tratto continuo e leggero, piacevole per la mano che regge lo strumento di scrittura.
È per questo che montessori iniziò ad elaborare materiali che fungessero da strumenti concreti e rivelatori delle potenzialità grafiche: pensiamo, ad esempio, agli incastri metallici che permettono di esercitare il tratto leggero e delicato creando forme e mandala totalmente personalizzabili, o alle lettere smerigliate con cui il bambino acquisisce memoria muscolare e associa la lettera al proprio suono.
Raggiunti questi traguardi, in cui il potenziale umano è stato accompagnato nel suo sviluppo più naturale, per il bambino sarà molto semplice imbattersi nello stampato maiuscolo che, invece, è un insieme di linee spezzate, prive di ogni scorrevolezza. “Lo stampato è anonimo, il corsivo è personale e permette di evidenziare meglio i punti di arrivo, la fine di un discorso. Un bambino di sei anni non deve fare la fatica di passare dal primo al secondo, con gesti che tracciano segmenti e angoli ad altri morbidi e sinuosi come movimenti di danza. Quello che accade in una scuola Montessori in questo ambito non è imparare, ma memorizzare le forme, un fenomeno psichico completamente diverso” ( Anna Costa, tratto da “il quaderno montessori n.111”).
Questi sono, in breve, i motivi per cui Montessori predilige il corsivo allo stampato, di seguito riporto alcune mie personali considerazioni (se mi segui sui social da un pò, già conosci il mio punto di vista!).
È chiaro ed evidente quanto Maria avesse capito e ben interpretato il naturale sviluppo dell’uomo a partire dai primissimi anni di vita e, certamente, applicare il metodo nei contesti di vita del bambino risulta un’arma vincente per il suo benessere generale.
Parlando di grafia e scrittura, ad oggi, succede che gli stimoli forniti dal mondo esterno siano estremamente vari e per la stra grande maggioranza, totalmente distanti dall’accompagnare lo sviluppo dei movimenti sinuosi, lineari e continui necessari ai fini del corsivo. Spesso i bimbi prediligono spontaneamente lo stampato maiuscolo a cui vengono sottoposti di continuo (grafiche pubblicitarie, cartelli nei negozi, tastiere etc..) e, proprio per questo, quando percepiscono interesse per le attività di scrittura e lettura, si trovano spiazzati e in difficoltà di fronte al corsivo.
Attenzione, non sto generalizzando, non sempre è così ma non possiamo negare che spesso, da parte dei bambini, ci sia più facilità a sentirsi coinvolti dalle lettere in stampato.
Credo sia fondamentale non forzare questo processo e scegliere di accompagnare ciò che si percepisce come interesse e desiderio di approfondimento. Gli strumenti montessoriani sono strumenti validissimi, in cui, personalmente credo molto! Ecco che allora, senza dimenticarci di quanto importante sia essere facilitato del processo di apprendimento, possiamo attrezzarci con lettere smerigliate e alfabetari mobili in stampato così che davvero ci sia connessione con i bisogni e gli interessi di chi abbiamo di fronte!